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Genova: meno sceriffi in municipio, più indiani per le strade

Travestiti da indiani e Manituana alla mano, occupano per protesta la sede del municipio Genova centro est
Il 19 settembre scorso Aldo Siri, presidente di centrodestra della circoscrizione centro-est di Genova, ha presentato un esposto in procura contro gli occupanti del laboratorio sociale Buridda, sito in via Bertani presso i locali dell’ex facoltà di Economia, nel quartiere-bene di Castelletto. La risposta degli occupanti è stata un'occupazione pacifica con "mascherata indiana" della sede del municipio. Riportiamo la notizia perché i pellerossa di Castelletto hanno recato in dono al tollerante-zero una copia del nostro Manituana. Qui di seguito, la lettera aperta consegnata a Siri e a tutti i presenti. Accanto, alcune foto dell'evento. Proprio al Buridda, mercoledì 3 ottobre, presenteremo il libro anzidetto. Hoka hey!

«Presidente Aldo siri, se lei fosse il Generale Custer avremmo già disseppellito l'ascia di guerra, ma lei è soltanto uno sceriffo di contea. E questa contea ha bisogno di meno sceriffi in municipio e di più indiani per le strade».

Avremmo preferito non dover arrivare fino a questo punto. Avremmo preferito trovare un governo del territorio responsabile, che si facesse carico dei difficili problemi di questo municipio, e non uno sceriffo che amministra scompostamente la sua contea del centro est.

Sappiamo che la politica delle volte parla con lingua biforcuta quando generata dal rifiuto delle differenze, dalla paura, dall'ignoranza, quando non offre soluzioni. E' questa la politica dello sceriffo che spera nell'arrivo della cavalleria per curare i fenomeni sociali che non capisce, che parla di cose che non conosce, che alla mediazione politica sostituisce un'azione della magistratura.

Sceriffo e indiani difficilmente si capiscono. Perché mentre lo sceriffo parla solo a chi come lui ha paura, gli indiani parlano a tutta la città che ha bisogni e desideri, voglia di incontrarsi, voglia di lottare, voglia di costruire una città migliore.
Dallo sceriffo non pretendiamo che dia cittadinanza ai progetti culturali e sociali che crescono dentro il Laboratorio Buridda. Questi progetti già vivono dentro la città e sono attraversati da migliaia di persone, giovani, anziani, bambini, donne e uomini, altri indiani e indiane come noi. La legittimità di fare tutto questo ce la siamo già presa. Dallo sceriffo però pretendiamo il rispetto, per noi, per il Laboratorio Buridda, per questa contea.

Rispetto per il nostro attivismo radicale contro lo spaccio di sostanze fatto di consumo consapevole e informazione scientifica, seminari, educazione. Rispetto per i progetti di accoglienza, di integrazione, di incontro fra le culture che coinvolgono diverse comunità migranti. Rispetto per i ragazzi e ragazze che gratuitamente ogni giorno da 4 anni rendono migliore l'ex facoltà di economia facendo lavori strutturali di recupero di un immobile che l'incuria aveva lasciato ai topi e non alla cittadinanza.

Rispetto di tutti i gruppi musicali genovesi, italiani e internazionali che si sono esibiti davanti alle decine di migliaia di giovani che per pochi euro hanno ascoltato musica dal vivo, merce che si paga a caro prezzo nel resto della contea dello sceriffo.

Rispetto per la palestra popolare, rispetto per tutte le compagnie teatrali, rispetto per le associazioni che hanno sede nella Buridda. Rispetto per le decine di produttori di vini di qualità che sono passati per le edizioni di critical wine, rispetto per tutte le persone che ogni pomeriggio trascorrono qualche ora nel nostro giardino pubblico visto che l'altro parco della contea, villetta Dinegro, anche grazie allo sceriffo è praticamente inagibile.

E infine pretendono rispetto tutti gli indiani e le indiane che da tutto il mondo ci hanno espresso vicinanza e dei quali abbiamo raccolto e stiamo raccogliendo le firme. Da Manu Chao ai docenti dell'università di Genova, da Daniele Silvestri alle donne indigene di Oaxaca, da artisti, musicisti, storici e insegnati di filosofia di Città del Messico a Fredrika Newton del Black Panther Party da San Francisco passando per tutti i genovesi, impiegati, operai, casalinghe, studenti che ci stanno sostenendo.

Sono centinaia, migliaia. Perché ci saranno sempre più indiani che sceriffi.

E per questo andremo avanti, cercando nella politica la parte che offre il dialogo e un riconoscimento giusto e dignitoso per tutti gli indiani, e non piegandoci alla politica delle sceriffi che parlano con lingua biforcuta.

Presidente Aldo siri, se lei fosse il Generale Custer avremmo già disseppellito l'ascia di guerra, ma lei è soltanto uno sceriffo di contea. E questa contea ha bisogno di meno sceriffi in municipio e di più indiani per le strade.

Gli indiani e le indiane del Laboratorio sociale Buridda
via Bertani 1, Genova, pianeta t/Terra
www.buridda.org

30.09.07 · commenti (3) · in novità

Genova: meno sceriffi in municipio, più indiani per le strade
Aldo Siri, Presidente del municipio centro est, mentre sfoglia perplesso la copia di Manituana donatagli dagli “indiani” del laboratorio Buridda