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La rivincita irochese negli Usa immaginari

Alcuni stralci dall'intervista di Michele Pompei pubblicata nell'edizione emiliana del Corsera, 30 marzo 2007
"Perché ci odiano? Abbiamo cominciato da qui, cercando di rispondere alla domanda che gli americani hanno cominciato a farsi sempre più ossessivamente a partire dagli attentati dell'11 settembre 2001"
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Così prende il via il lungo viaggio spazio-temporale di Manituana, trasportando il lettore tra i sentieri e i villaggi della grande nazione irochese, alla vigilia di quella guerra di indipendenza che avrebbe sancito la nascita di una nuova potenza e il definitivo affrancamento dei "ribelli" dall'impero coloniale di Re Giorgio III d'Inghilterra.
"Abbiamo cominciato dal classico "what if...", chiedendoci cosa sarebbe accaduto se i lealisti avessero sconfitto le truppe di coloni guidati da George Washington. Forse sarebbe andata come in Canada, dove le popolazioni autoctone non ebbero certo vita facile, ma non furono oggetto di operazioni pianificate di sterminio, come invece accadde negli Stati Uniti".
Ma Manituana non è tanto un libro sulla storia dei "Native Americans" [...], quanto piuttosto l'occasione per mettere il naso tra le pieghe di un passato documentato, sì, da una mole impressionante di documenti, ma dal quale emerge una cronaca affatto sorprendente, ricca di chiaroscuri, che la storia, quella scritta e tramandata dagli occidentali, sembra rifiutarsi di cogliere.
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La narrazione rimbalza da una sponda all'altra dell'Atlantico; a Londra ci si sposta per seguire le vicende dei personaggi che incroceranno le loro storie con quelle dei Mohocks londinesi, un club di giovani criminali che, camuffati da indiani, seminavano il panico per le strade della capitale
"Quella di allora era già una società fortemente mediatizzata e i giornali inglesi contribuirono non poco a soffiare sul fuoco degli eventi, in un gioco delle parti che già preconizzava la società dello spettacolo..."


30.03.07 · in interviste

La rivincita irochese negli Usa immaginari