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Abbiamo vinto il Premio Salgari

Manituana vince il premio 2008 per la letteratura avventurosa

Dopo il Premio Sergio Leone 2007, consegnatoci da Gianni Minà, ecco il Premio Emilio Salgari 2008, vinto da Manituana ex aequo con I miei mari di Folco Quilici. Presenze, evocazioni dalla nostra giovinezza televisiva. Supponiamo sia come, per un ex-bambino "normale", incontrare il Mago Zurlì.

Diluvia, il cielo bramisce come un branco di alci ad Arbizzano, Valpolicella, dodici chilometri da Verona, mentre ci consegnano la busta con i soldi e otto bottiglie di Amarone "Rabieto", cantina Salgari 2003, etichetta personalizzata (c'è scritto "Wu Ming - MANITUANA").
Premio Emilio Salgari di Letteratura Avventurosa, seconda edizione - 2008. La prima l'ha vinta Valerio Massimo Manfredi.

Manfredi... Ti ricordi, ti ricordi, ti ricordi? Eravamo a Cuba nel 2000, alla Feria Intercontinental del Libro, noi con Q, lui con Alexandros. Noi ci mischiavamo al popolaccio di Cojimar, lui incontrava in pompa magna Fidel insieme ai vertici della Mondadori spagnola. El comandante en jefe ricevette in dono un'edizione speciale extra-luxe di Alexandros, copertina in pelle col titolo cucito in oro. Ti ricordi, ti ricordi?

Qui in Valpolicella, otto anni dopo, siamo in finale con Quilici (venerato maestro), i Kai Zen (giovani promesse) e noi stessi (soliti stronzi). "E' un voto contro i giovani!", esclama WM1 quando annunciano che la giuria popolare (400 lettori sparsi sul territorio) ha punito le giovani promesse, preferendo il maestro e gli stronzi.

Abbiamo filmato l'intero evento dal palco, compreso l'istante in cui ci premiano, rovesciando i ruoli: lo scrittore non viene ripreso ma riprende. Chissà se e come le useremo, quelle immagini.

La sera ceniamo con Quilici, svelto di testa, acuto d'occhio, acre di lingua. Nel 2006 inserito da Forbes tra le "cento firme più influenti del mondo", qualunque cosa significhi... Commensale di quelli che capitano poche volte, la serata vola come vola quando tra persone lontane e diversissime si trovano intese inattese, oblique e maramalde. Ci racconta che in un documentario la RAI non gli ha lasciato usare Faccetta nera perché... è ancora sotto copyright e le spese SIAE avrebbero forato il tetto del budget. L'aneddoto serviva a commentare un episodio narrato dai Kai Zen. La parola al "cugino" Guglielmo Pispisa:
Qualche mese fa a Negrar siamo stati invitati a una rappresentazione teatrale tratta dal nostro libro messa in scena dai benemeriti della Compagnia Fantasma. Il tutto organizzato dal comune. Alla fine dello spettacolo si presentano due funzionari SIAE che chiedono come mai non sono stati avvisati ecc. Viene loro spiegato che lo spettacolo era gratuito e tratto da un libro concesso in licenza creative commons, dunque liberamente fruibile. Viene anche mostrata loro la licenza sul colophon del libro.
Risultato? La SIAE ha multato il comune. Multa di duecento euro, mi pare, che noi Kai Zen stiamo ovviamente adoperandoci per far annullare. Dunque la SIAE ha deliberatamente multato un soggetto che rappresentava un’opera che sia l’autore che l’editore avevano espressamente concesso liberamente.
La mia domanda è: gli interessi di CHI ha voluto tutelare la SIAE con quella multa? Non quelli miei di autore, non quelli di Mondadori quale editore, visto che entrambi avevamo acconsentito al libero utilizzo dell’opera. E allora?

La notte ci portano al B&B. Accendiamo la TV sperando di trovare il Palinsesto Notturno dell'alchemico La Porta, ma la porta non si apre. C'è "Un giorno in Pretura" sul processo a Vanna Marchi e alla figlia. Farebbe paura persino a un leon, le labbra viola sono un pallone frenato, nelle testimonianze dei raggirati e nella loro dabbenaggine risuona lo Zang! Tumb! Tumb! delle guerre future. Aveva ragione il nostro agente, il comandante Cienfuegos, quando all'indomani degli arresti sentenziò: "Le vittime di Vanna Marchi andrebbero interdette dal voto". Sì, perché sennò votano varianti di Vanna Marchi, coazione a ripetere, la Sindrome di Stoccolma non muore mai.

Cachinni, battutacce, siamo tornati leggeri, come le trasferte dei primi tempi.
Di solito viaggiamo in coppia, per non gravare sul fondo delle tasche di chi ci invita, ma già in trio cambia tutto, e non siamo in quartetto solo perché WM2 è a Cagliari con il tour di Pontiac.

Dalla terrazzina si vede la distesa di luci di Verona. La Valpolicella è ancora bella, solo in parte piagata da un boom cementizio senza costrutto, ville villine villette come psoriasi interrompono il verde dolce delle colline, e qui va ancora bene: il Veneto di pianura è solo più una distesa di capannoni.

Anche questa è fatta. Peccato non aver incontrato il sommo Alan D. Altieri. Doveva esserci anche lui, ma è negli USA. Ha la cittadinanza americana, e lo hanno pescato a sorte per fare il giurato in un processo! Sicuramente ne trarrà diversi spunti. E comunque c'era Bjorn Larsson, che parla un perfetto italiano e a un certo punto ci ha chiesto:
- Ma perché avete filmato tutto?
- E' una performance.
- Aah, ecco...

Ora vogliamo il Premio Sven Hassel 2009.

La mattina dopo, 14 settembre, l'sms di un collega: "Cazzo! Suicida Foster Wallace!"
Davanti allo specchio, rasoio in mano, in testa una canzone dei Soft Machine.
S'intitolava: Dedicated To You But You Weren't Listening.

19.09.08 · in novità

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